Da Vedere:

Museo della cattedrale

Prezzi Biglietti

COMBINATO

Il biglietto combinato comprende Cattedrale + Campanile + Museo + Battistero e Chiesa dei Santi Giovanni e Reparata (area archeologica e campanile)

Intero: € 9,00 

Ridotto: € 6,00

- Gruppi minimo 10 persone

- Studenti da 6 a 25 anni

- 2 adulti e 1 o più bambini 

Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore.

 

CATTEDRALE

Biglietto per la visita alle opere museali

Intero: € 3,00

Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore; residenti di Lucca e Provincia.

 

CAMPANILE DI SAN MARTINO

Ingresso: € 3,00

Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore. 

 

MUSEO DELLA CATTEDRALE

Intero: € 4,00

Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore. 

 

BATTISTERO E CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E REPARATA

(Area archeologica e campanile)

Intero: € 4,00

Gratuito: bambini sotto i 6 anni; disabili con accompagnatore.

 

La Cattedrale di Lucca e le opere della Cattedrale

La chiesa di S. Martino, centro della spiritualità lucchese e tappa fondamentale della Via Francigena, fu fondata nel VI secolo da San Frediano, vescovo originario dell’Irlanda, e già nell’VIII secolo era divenuta cattedrale al posto dell’antichissima SS. Giovanni e Reparata.


 

Nel corso dei secoli subì vari rifacimenti: nel 1070 il vescovo di Lucca Anselmo da Baggio, già papa Alessandro II, inaugurò alla presenza di Matilde di Canossa il nuovo edificio, che fu poi ingrandito nel XIV e XV secolo e completato nel XVI e XVII secolo con le cappelle del Sacramento e del Santuario.

 

La facciata romanica colpisce per la sua asimmetria: un’arcata del portico, realizzato nel XII secolo, è più piccola per via del preesistente campanile, alto 60m e dotato di ben 7 campane. Le loggette sovrapposte su colonnine scolpite e istoriate, realizzate a partire dal 1204 da Guidetto da Como, presentano delle tarsie marmoree bicrome. I tre portali sono incorniciati da una ricca decorazione scultorea, tra cui spiccano il Ciclo dei Mesi, le Storie di San Martino e i due capolavori di Nicola Pisano, la Deposizione e l’architrave con Annunciazione, Natività e Adorazione dei Magi. Sul pilastro a ridosso del campanile si trova l’affascinante scultura del labirinto, simbolo legato al tema del pellegrinaggio e per questo presente anche in altre chiese poste lungo la via Francigena.


 

L’interno a croce latina con tre navate e transetto stupisce per l’atmosfera gotica dell’alta navata centrale che mescolando vetrate istoriate a finti matronei ad elementi sicuramente romanici, crea un insieme particolarmente suggestivo. La chiesa custodisce dei veri e propri capolavori tra cui il monumento funebre di Ilaria del Carretto, la Sacra Conversazione del Ghirlandaio, l’Ultima Cena del Tintoretto e la pala d’altare di Fra’ Bartolomeo. Il vero “tesoro” della cattedrale resta però il Volto Santo, il crocifisso ligneo che la Leggenda vuole scolpito da Nicodemo e dagli angeli e che attraverso i secoli continua a trasmettere con il suo sguardo un forte senso di spiritualità.

 

Gli arredi e le opere della Cattedrale

Il Museo, nasce nel 1992 per custodire e tramandare il ricco patrimonio artistico della Cattedrale di San Martino. E’ ospitato in un complesso di edifici sapientemente restaurati e unificati tra cui una casa torre del XIII secolo e il cinquecentesco oratorio di San Giuseppe e consta di otto sale tra le quali spiccano la sala dei corali e codici miniati e quella del Tesoro con i Gioielli del Volto Santo, il crocifisso ligneo simbolo della città. Autentici capolavori sono la corona e il collare d’oro realizzati da Ambrogio Giannoni nel XVII secolo e il gioiello in diamanti frutto dell’oreficeria francese della corte del Re Sole.


 

Oltre a sculture, dipinti, oggetti di oreficeria e tessuti pregiati degni di particolare nota sono il dittico d’avorio di Areobindo, console a Costantinopoli nel 506, il duecentesco reliquiario in smalti di Limoges, il cofanetto in cuoio modellato e dipinto della fine del XIV secolo, l’Apostolo di Jacopo della Quercia e la “Croce dei Pisani”, capolavoro dell’oreficeria quattrocentesca.

 

Ilaria del Carretto

Quest'opera è cutodita all'interno della Cattedrale di San Martino.

Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430 e raffinato mecenate, volle omaggiare con un bellissimo monumento funebre Ilaria del Carretto, figlia del marchese di Zuccarello in Liguria, sua seconda moglie e madre del suo primo figlio ed erede, morta a soli 26 anni mentre dava alla luce una bambina che ebbe il suo stesso nome, Ilaria.


 

La scelta dell’artista ricadde su Jacopo della Quercia, scultore senese capace di unire le eleganti istanze del Gotico internazionale con la sensibilità dell’Umanesimo che stava nascendo e che qui realizza, tra il 1406 e il 1410, un’opera senza precedenti nella scultura funeraria del suo tempo, la cui bellezza ispirerà molti secoli dopo poeti come D’Annunzio, Quasimodo e Pasolini.

 

Solitamente nelle tombe e nei monumenti funebri l’effigie del defunto era scolpita su una lastra da porre sul pavimento oppure questo era ritratto all’interno di baldacchini e architetture complesse appoggiate al muro di fondo della chiesa, visibili frontalmente; qui Jacopo scolpisce il corpo della donna stesa sopra un alto basamento isolato, rendendola visibile su tutti e quattro i lati, secondo una tipologia europea associata a sepolture regali e principesche.

 

Il basamento è composto da quattro lastre: sui lati corti si trovano da una parte una croce arborata e dall’altra uno scudo con gli stemmi dei Guinigi e dei Del Carretto; le due lastre che costituiscono i lati lunghi, realizzate una da Jacopo stesso e l’altra da un suo collaboratore, presentano dei putti che reggono festoni. Questo motivo classico è tratto dai sarcofagi antichi, in particolare da quelli di età adrianea, ma viene rielaborato da Jacopo che diminuisce il numero dei putti per rendere meno affollata la composizione e dare un ritmo più pacato. I quattro putti che chiudono le file si presentano in spigolo ed escono dallo spazio della lastra, invitando così il visitatore a camminare intorno al monumento per coglierne tutti i lati.

 

Sopra questa base l’artista senese scolpisce il corpo di Ilaria con incredibile realismo, sia nella resa del volto, fortemente individualizzato, sia nelle vesti, che aderiscono al corpo con pieghe credibili e non fantasiosamente articolate. La giovane indossa una pellanda, una veste tipica del costume franco-fiammingo, lunga fino ai piedi, stretta da una fascia sotto il seno e dotata di un alto colletto e due spacchi laterali da cui escono le maniche a sbuffo che terminano con stretti polsini. Anche l’acconciatura della nobildonna è resa minuziosamente con i capelli mossi raccolti grazie a un nastro sottile che lascia però dei riccioli liberi sulla fronte e una fascia imbottita decorata con fiori e foglie.  Ai piedi della donna giace un cagnolino, simbolo di fedeltà coniugale, tradotto nel marmo con una posa credibile e vivace: accucciato ma con la testa alta come ad aspettare un ordine della padrona.

 

Se il panneggio rimanda alla scultura tardogotica borgognona, l’individuazione del volto dimostra una sensibilità umanistica mentre i putti reggifestone sono un’evidente ed esplicita citazione classica.

 

Le lastre che compongono il monumento, originariamente collocato nel transetto davanti all’altare di S. Biagio, patronato dai Guinigi, dopo la caduta di Paolo Guinigi, furono in parte separate e il monumento, che non ospitò mai il corpo, fu spostato in Sacrestia e ricomposto interamente solo nel Novecento.

 

Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca

Piazza Antelminelli 55100 Lucca

Tel: (+39) 0583.490530

Fax: 0583.919175

Mail: info@museocattedralelucca.it

 

OPERA DEL DUOMO 

Centro Arte e Cultura ONLUS

Piazza S. Martino 8 - 55100

Lucca (LU) 

E-mail: rettore@cattedralelucca.it

© Immagini e testi protetti da copyright.
Ne è proibito l'uso senza l'autorizzazione dei legittimi proprietari.

Mappa