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Castiglione di Garfagnana
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UN PO' DI STORIA
Risale al periodo della dominazione romana la costruzione di castra, cioè terre munite di fortificazioni, tra queste CASTRUM LEONIS ,( Castello del Leone) Castiglione il più forte della vallata.Fin da quei tempi fu tenuto in gran conto per la sua posizione di controllo sulla via che conduceva al passo di San Pellegrino uno dei più facili passaggi, per gli eserciti, dell’Appennino. A causa della sua posizione strategica, il castello del leone, ebbe un passato molto tormentato e spesso fu costretto a tirar fuori gli artigli per difendersi dai numerosi assedi. Il primo, da parte dei lucchesi, nel 1170 provocò molti danni. La resa impegnò Lucca alla ricostruzione ed alla elevazione a sede di Vicaria, ma a causa delle prepotenze e delle onerose tasse imposte, Castiglione si fece promotore di una lega di comuni garfagnini contro la stessa repubblica.Nel 1227 fu di nuovo cinto d’assedio e subì nuove distruzioni sempre ad opera dei soldati lucchesi. Seguirono anni travagliati a causa dei molti contrasti politici nella zona, finché, la pace stipulata nel 1371, consegnò definitivamente la fortezza a Lucca che vi insediò un commissario permanente . Fu potenziata la struttura difensiva con l’ampliamento della cinta muraria ( quella che ancora oggi possiamo ammirare!).Durante il XV secolo, Castiglione fu una delle comunità garfagnine che, contrariamente alla stragrande maggioranza di queste, non fece atto di sottomissione agli estensi, rimanendo fedele a Lucca. Durante le guerre con gli estensi, la fortezza fu di nuovo cinta d’assedio, in modo particolarmente violento nel 1603 e 1613 . Seguì un lungo periodo di pace, turbato solo da controversie per questioni di confine con i comuni vicini. Nel 1815, con il congresso di Vienna, Castiglione passa a Maria Luisa di Borbone, granduchessa di Lucca, la quale poi nel 1819 lo cede al duca di Modena Francesco IV che finalmente riesce ad avere tutta la Garfagnana. Il periodo dell'amministrazione estense è caratterizzato da piccole ribellioni del popolo, nonostante le opere del Duca, che arriva perfino a costruire la strada che tuttora porta a Modena attraverso il Passo delle Radici.
Didascalia
Carta militare eseguita da Domenico Cecchi, cartografo castiglionese, nel 1725 dove viene rappresentato l'armamento del castello.
IL CASTELLO OGGI
Il complesso fortificato di Castiglione può essere considerato ancor oggi uno tra i più importanti e suggestivi esempi di “castello vivente” della valle del Serchio, anche se il tempo in realtà gli ha rubato molto e ruba pian piano qualcosa.
Nella parte alta del paese , su uno sperone roccioso, si eleva la Rocca una struttura a carattere difensivo, con perimetro irregolare munito di tre torrioni a pianta semicircolare . Tutti sono dotati di “beccatelli pensili” che aumentavano la superficie del torrione e permettevano di agire protetti attraverso le “caditoie” piccole aperture sul pavimento. In corrispondenza dell’ingresso troviamo i resti di un torrione a base quadrangolare, la polveriera, che costituiva la struttura difensiva dell’ intero percorso d’accesso caratterizzato dal tipico andamento stretto e tortuoso. L’altezza delle mura varia tra gli 11 e 17 metri a seconda del naturale dislivello del terreno. L’interno ha subito modifiche in quanto è cambiata la sua destinazione da luogo fortificato a residenziale. Oggi la Rocca e di proprietà privata, il proprietario consente le visite all’interno soltanto se guidate. Sotto l’attuale abitazione si apre un’ampia galleria dove si trova un profondo pozzo, indispensabile in caso di assedio per l’approvvigionamento dell’acqua. Vi è anche un piccolo cunicolo che rappresentava l’ultima via, sotterranea e segreta, per uscire.
La Rocca costituì la struttura intorno alla quale si sviluppò il centro abitato di Castiglione che per motivi di miglior difesa fu “incastellato”, cioè cinto da possenti mura unite sugli angoli e nei punti strategici da torrioni a forma cilindrica. La cinta muraria si sviluppa per ben 750 metri, è dotata di camminamento di ronda e lungo le mura si aprono strette feritoie per il controllo dell’esterno. Su due dei torrioni sin dal secolo XVII troviamo i campanili delle principali chiese San Michele e San Pietro. Oggi si entra nel borgo attraverso tre porte, ma in passato vi era un’unica porta d’accesso munita di ponte levatoio perché lungo le mura si trovava un profondo fossato. Le altre due porte furono aperte nel XVIII sec. per rendere più agevole l’ingresso nel paese.
LE CHIESE
CHIESA DI SAN PIETRO
La chiesa di San Pietro, a quanto si rileva da alcuni documenti, risulta la più antica del paese di Castiglione , addirittura fatta erigere nel 723 da due fratelli longobardi , Aurinand e Gudifrid. Comunque la sua consacrazione è ricordata in un’epigrafe di marmo datata 18 gennaio 1197 da parte del vescovo di Lucca Guido III. Il campanile sorge sul torrione omonimo, ai suoi piedi vi era una piccola costruzione che racchiudeva con un arco il sagrato della chiesa formando una piccola piazzetta. Della sua primitiva struttura oggi ormai non rimangono che i muri laterali, i restauri effettuati negli anni ‘50/’60 hanno purtroppo deturpato la facciata e il sagrato.
Scopri un piccolo capolavoro del '700!
CHIESA DI SAN MICHELE
L’edificio è di epoca romanica, la facciata ha un ornamento in stile tardo gotico, realizzato in pietra grigia, marmo rosso (proveniente certamente dalle vicine cave di Sasso Rosso). La sua costruzione fu terminata nel 1403 come è ricordato in una lapide collocata all’ interno. Sulla porta principale sono visibili delle figure che potrebbero rappresentare i quattro evangelisti ma possono altresì identificarsi con i simboli etruschi : oca, grifone, croce e furia.
Nella chiesa si conserva una preziosa tavola dipinta raffigurante la “Madonna col Bambino” di Giuliano di Simone da Lucca del 1389 (foto in basso). Inoltre troviamo un ciborio in marmo attribuito alla scuola di Matteo Civitali e a lato dell’altare maggiore un crocifisso ligneo che sembra provenire dalla distrutta cappella di San Cristoforo in Verrucchia, un piccolo castello nelle vicinanze di Castigione. Fu portato qui, si pensa insieme ad altre opere, dopo la distruzione della piccola fortificazione avvenuta nel 1371.
LE LEGGENDE
Come ogni altro paese della Garfagnana, Castiglione ha le sue leggende , alcune ancora vive, altre ormai ricordate solo dagli anziani. Ad esempio, nelle campagne, c’era chi credeva nella presenza del “Buffardello”, uno spiritello invisibile che si divertiva a legar le code dei cavalli e intrecciare le criniere con trecce molto difficili da districare.
LEGGENDA DI SAN PELLEGRINO
Tra le poche leggende ancor vive c’e quella di San Pellegrino. Il santuario si trova nel comune di Castiglione sulla linea di confine tra Emilia e Toscana; cosicché i corpi di San Pellegrino e San Bianco hanno la testa in Toscana e i piedi in Emilia. L’identità e la storia dei due santi sono incerte e hanno dato luogo a molte ipotesi anche fantasiose. La leggenda più accreditata è che San Pellegrino, figlio del re di Scozia, fosse venuto in questi luoghi per cercare quiete e far penitenza. Venne tentato dal diavolo più volte ma seppe sempre resistere. Alla fine il diavolo, irritato, lo schiaffeggiò violentemente da fargli compiere tre giri su se stesso. Vicino al crinale che divide la Toscana dall’ Emilia, si trova un luogo detto il “Giro del diavolo” dove sono ancor oggi visibili i grossi cumuli di pietre che fino a qualche decina di anni fa, processioni di devoti portavano come segno di penitenza per onorare il Santo e chiedergli delle grazie.La leggenda narra che il Santo giunto all’età di 97 anni, sentendo ormai vicina la morte si rifugiò nel tronco vuoto di un vecchio faggio e incise sulla corteccia le vicende della sua vita. Molti anni dopo due coniugi modenesi, avvertiti in sogno da un angelo, ritrovano il corpo ancora intatto, custodito da una moltitudine di animali. Accorsero sul posto vescovi e popolazioni dalla Toscana e dall’Emilia ne nacque una disputa per il luogo dove collocare il Santo. Per venire a capo della questione fu deciso di affidare la scelta al volere di Dio. La salma venne posta su di un carretto trainato da due torelli, e nel luogo dove si fermarono fu costruita la Chiesa.
Il Mulin del Butrion
Anche i luoghi intorno a San Pellegrino hanno dato origine ha molti racconti come quello del mulino del “Butrion”. C’è una località detta del Mulinaccio vicino a una roccia impervia ai piedi della quale scorre un torrente chiamato “Butrion”, che alimentava una volta un mulino. Il mugnaio era Bertone, un uomo cattivo che bestemmiava sempre. Dal cielo l’arcangelo Michele chiedeva vendetta ma il Signore, per pietoso intervento di San Pellegrino, si dichiarò disposto al perdono in cambio di una buona opera di Bertone. Invece, proprio la notte di Natale, mentre tutti andavano alla messa di mezzanotte al santuario, Bertone, bestemmiando non volle andarci, e per dispetto mise in moto la sua macina. Ma poco dopo, all’improvviso, si staccò dalla montagna un grosso masso che, sollecitato dalle ali dell’arcangelo, precipitò sul mulino seppellendolo con Bertone. Da allora, raccontano i vecchi, la notte di Natale chi passi da quelle parti sente strani rumori come il fragore di catene e il girar di macine.
I PRODOTTI TIPICI (a cura di Alessandra Marzocchini)
Le condizioni climatiche e le caratteristiche morfologiche del territorio del comune di Castiglione Garfagnana, hanno favorito fin dai secoli passati lo sviluppo di un economia basata principalmente sull’agricoltura e l’utilizzo dei prodotti del sottobosco. Ancora oggi si possono gustare in questi luoghi sapori “antichi” attraverso i prodotti tipici.
Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010
Il farro
Da qualche tempo, è stato riscoperto, dopo averne smarrito la memoria per diversi anni, il farro, prezioso cereale da sempre coltivato nelle zone collinari anche quote più elevate perché resiste bene al freddo. Viene seminato in ottobre e raccolto in giugno/luglio. In cucina può essere utilizzato per qualsiasi piatto in sostituzione della pasta e del riso. Con la farina ricavata dalla macinazione del farro si preparano pasta, focacce, biscotti e dolci.
Le castagne
Il frutto che ha rappresentato il cibo principale della popolazione soprattutto durante i periodi di carestia e di guerra è stata la castagna. Gran parte del territorio di Castiglione è infatti ricoperto da folti boschi di castagno e sopravvive ancora la coltura di questi alberi per consentire la raccolta delle castagne. Le castagne possono essere consumate fresche, bollite in acqua (le ballotte), o arrostite su particolari padelle forate (le mondine), oppure vengono essiccate a fuoco lento nei metati , alcune di queste vengono consumate secche, la maggior parte vengono portate ai mulini per la macinazione. Con la farina di castagne si preparano diversi piatti tipici: la polenta, il castagnaccio, le frittelle e i necci. Un occasione per poter degustare i prodotti della castagna è “la festa d’ottobre”, tradizionale festa che si svolge a Castiglione nel mese di ottobre dopo la raccolta delle castagne. (vedi le tradizioni)
Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010
Gli altri prodotti
L’ambiente montano che caratterizza il territorio di Castiglione offre numerosi frutti del sottobosco come: lamponi, more, fragole e mirtilli, utilizzati per la trasformazione in confetture e sciroppi; funghi utilizzati sia freschi sia essiccati in molte ricette tradizionali. Infine, un’attività diffusa nel comune è l’apicoltura. Si ottengono ottimi monoflora di: acacia (dal colore chiaro, aroma e sapore delicato), di castagno (dal colore scuro, sapore forte e caratteristico) e millefiori.
ITINERARI TURISTICI ALLA SCOPERTA DELLA GARFAGNANA (a cura di Alessandra Marzocchini)
La Garfagnana è una valle ricca di storia e di tradizione, oltre ad essere uno scrigno di tesori naturalistici. Di seguito proponiamo alcuni itinerari per scoprire le bellezze storiche e naturali della valle facilmente raggiungibili da Castiglione, ed avere così in breve tempo la possibilità di trascorrere una giornata all’insegna della natura.
Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010
1 - CASTIGLIONE GARF,-S. PELLEGRINO IN ALPE
Visita alla cinta muraria e rocca di Castiglione, poi proseguendo lungo la provinciale del passo delle Radici si possono raggiungere le stazioni turistiche invernali ed estive di: Casone di Profecchia (alt.m 1314), Passo delle Radici (alt.m1589), si può quindi raggiungere San Pellegrino in Alpe, uno dei paesi più alti dell’Appennino a m. 1525 slm. Il piccolo borgo ha conservato nei secoli la sua antica configurazione caratteristica. Da qui si può ammirare un panorama meraviglioso e si può visitare il santuario dove sono conservati i corpi di San Pellegrino e San Bianco e il museo etnografico “Don Luigi Pellegrini”.
L’itinerario Castiglione-San Pellegrino può essere anche fatto a piedi percorrendo l’antica via che da Castiglione portava a San Pellegrino. Il sentiero parte poco sopra il parcheggio del paese ed è indicato dai segnali della Garfagnana Trekking. (GT). Il percorso si snoda per folti boschi di castagno e si attraversano due piccole frazioni del comune, Isola e l’antico insediamento di Valbona. Il sentiero continua a salire, il castagno lascia progressivamente spazio al faggio fino a quando si iniziano ad intravedere prati adibiti a pascolo e in prossimità di San Pellegrino si incontrano alcuni edifici, costruiti in pietra, destinati in passato all’accoglienza dei viandanti. Nell’ultimo tratto il percorso porta sull’antica “via Vandelli” mulattiera con fondo selciato, che conduce attraverso una volta, sormontata dai locali dell’Ospitale nella piazza di San Pellegrino.
2 CASTIGLIONE GARF. - PARCO NATURALE DEMANIALE DELL'ORECCHIELLA
Visita alla cinta muraria e Rocca di Castiglione. Si può proseguire lungo la provinciale per circa 500 mt e arrivati al bivio si seguono le indicazioni verso "Orecchiella". Dopo circa 16 km si giunge il località Orecchiella dove si trova il centro visitatori del Parco, con settore espositivo e proiezioni, l'Orto Botanico e il Giardino di Montagna. Vi è anche la possibilità di effettuare escursioni all'interno del parco, ricco di rara flora e fauna come cervi, caprioli, aquila reale, lupi, orsi ecc.
3 - CIRCUITO DELLE FORTEZZE
ROCCA e CASTELLO di CASTIGLIONE GARF. - FORTEZZA delle VERRUCOLE- ROCCA di CAMPORGIANO- ROCCA di CASTELNUOVO GARF.-BORGO di CASCIO.
Visita al borgo incastellato e Rocca di Castiglione. Si scende fino dopo il paese di Pieve Fosciana per raggiungere il bivio dove si trovano le indicazioni per "San Romano". Da qui si può facilmente raggiungere l'abitato di Verrucole sovrastato dalla fortezza omonima che assunse la configurazione attuale nel XVI sec.. Si può tornare indietro sino al paese di Sillicagnana dove si imbocca la strada per Camporgiano con la sua Rocca quattrocentesca. Dopodiché si può proseguire per Castelnuovo Garf. capoluogo della valle. Infine merita una visita il piccolo borgo di Cascio, fortificato nel 1600, conserva ancora un tratto di mura e due torrioni. Vi si arriva percorrendo da Castelnuovo la via per Monteperpoli.
COME ARRIVARE
Il borgo fortificato di Castiglione Garfagnana è posto lungo la strada provinciale che sale da Castelnuovo Garf. verso il Passo delle Radici. Il paese si adagia su di un colle, da cui domina tutta la vallata incastonata tra i morbidi Appennini, ricoperti da rigogliose selve, e le più imponenti Alpi Apuane, che si colorano di una luce diversa ad ogni ora del giorno.
Principali distanze per raggiungere Castiglione Garf:
Lucca 55 km ; Pisa 75 km ; Firenze 117 km; Versilia 58 km; Modena 122 km; Bologna 127 km.
Sono inoltre facilmente raggiungibili altri luoghi di sicuro interesse come il Parco Naturale dell'Orecchiella (14 km), il Parco delle Alpi Apuane e la suggestiva Grotta del Vento (30 km).
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