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La Luminara ed il Volto Santo
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Il Volto Santo e la Luminara di Santa Croce in Lucca
Il Volto Santo (o Santa Croce) è un crocifisso in legno di noce che misura m 2,24 x 2,65. Si trova all'interno della Duomo di San Martino in una cappella isolata nella navata sinistra eseguita da Matteo Civitali nel 1482.
La leggenda è riferibile all'epoca del vescovo Rangerio (1097-1112), quando fu redatta una Relatio de revelatione sive inventione ac translatione sacratissimi vultus (Racconto della creazione, scoperta e traslazione del santissimo volto). In questa relatio viene fissato il racconto dell'arrivo a Luni, e successivamente a Lucca, nel 742, di una immagine scolpita da quel Nicodemo che, con Giuseppe d'Arimatea, depose Cristo nel sepolcro. La leggenda riporta anche che Nicodemo si sarebbe trovato di fronte all'impossibilità di riprodurre il volto del Messia e che l'immagine sarebbe stata da lui ritrovata già scolpita in modo miracoloso.
La leggenda continua raccontando che per sfuggire alla minaccia di distruzione essa venisse posta su una nave priva di equipaggio, lasciata libera di navigare a tutti i venti, che infine giunse nel Tirreno, di fronte al porto di Luni. La nave avrebbe resistito ad ogni tentativo di abbordaggio da parte dei lunensi, salvo poi approdare spontaneamente a riva dopo l'esortazione del vescovo di Lucca Giovanni I, giunto nel frattempo nella zona dopo essere stato avvisato in sogno della presenza sulla nave del Volto Santo. Una volta portato a terra, il crocifisso fu ancora disputato da lunensi e lucchesi, ma altri segni divini vollero che il crocifisso venisse condotto a Lucca, e alla fine i lunensi furono costretti a rinunciare al possesso della reliquia, ricevendo in compensazione un'ampolla del Sangue di Cristo prelevata da dentro il crocifisso. Tale reliquia è ancora venerata a Sarzana, essendovi giunta dopo l'abbandono di Luni.
I lucchesi accolsero immediatamente con grande venerazione il crocifisso del Volto Santo, il quale fu posto nella Basilica di S.Frediano. Al mattino seguente però, il Volto Santo era sparito. Fu però ritrovato in un orto nelle immediate vicinanze del Duomo di S.Martino: individuato come un "segno" miracoloso, il Crocifisso del Volto Santo resta tutt'oggi nel Duomo di Lucca.
Ultimi aggiornamenti - 2020
il Volto Santo di Lucca è la scultura lignea più antica dell'Occidente
Le indagini diagnostiche con il metodo del carbonio 14 eseguite per la prima volta hanno dato un risultato eclatante: la scultura è databile tra gli ultimi decenni dell’VIII e gli inizi del IX secolo. E' l'originale, non una replica come si supponeva
E’ la conferma che si tratta del primo e unico Volto Santo, che un antico testo creduto leggendario affermava essere arrivato a Lucca nel 782 d.C. e non di un’opera del XII secolo, replica di un originale più antico andato perduto, come gli studi di storia dell’arte ritenevano fino ad oggi. Alla luce dei nuovi dati, il Volto Santo di Lucca è la più antica scultura lignea dell’Occidente, sorprendentemente arrivata integra ai giorni nostri.
Di particolare importanza per la datazione di questa straordinaria opera è il risultato ottenuto dall’esame della tela di incamottatura, posta tra il legno e la pittura, dato che il taglio di una fibra vegetale destinata alla tessitura di norma non precedeva di molto la sua lavorazione, mentre il legno dopo il taglio dell’albero poteva essere sottoposto a un periodo di stagionatura.
Il grandioso crocifisso ligneo del Volto Santo (altezza cm 247), simbolo della città di Lucca, è una delle icone più venerate della cristianità, il cui culto nel Medioevo si estese a tutta l’Europa creando un flusso ininterrotto di pellegrinaggi, lungo la via Francigena, e una serie di repliche tuttora visibili in vari territori del continente. Tale era la sua fama che in Inghilterra, nel 1087, il re Guglielmo II prestava solenne giuramento in nome del Volto Santo. Anche Dante lo citerà più tardi nella Divina Commedia. Considerato miracoloso, un’opera acheropita (non realizzata da mano umana), si riteneva che fosse la vera immagine di Cristo.
Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010
La suggestiva processione del Volto Santo (Luminara di Santa Croce) che si svolge il 13 Settembre di ogni anno ripercorre lo stesso itinerario
La Storia
Il Volto Santo fu veneratissimo fin dalla metà del sec. XI e Lucca divenne mèta di pellegrinaggi da ogni parte d'Europa. La sua effige divenne il simbolo della città tanto che fu posta sui sigilli dei cambisti e sulle monete. Il culto dette origine a derivazioni curiose come la Santa Kummernis dei paesi germanici, promessa sposa del re di Sicilia, che fu fatta crocifiggere dal padre perché le era cresciuta la barba e aveva così evitato il matrimonio (la santa proteggeva le donne che volevano liberarsi dei mariti).
Tornando al Volto Santo, per quanto riguarda la datazione, si esclude che possa risalire al sec. I, come vorrebbe la leggenda. Per ragioni stilistiche gli studiosi sono concordi nel situare l'opera intorno all'XI secolo, e comunque in ambito romanico. Non è escluso tuttavia che possa essere la copia di un esemplare forse dell'VIII secolo e siriaco, come indicherebbero i particolari somatici del volto (occhi sporgenti, barba bipartita) e la caratteristica veste a maniche lunghe, rara nei crocifissi italiani dell'epoca.
La leggenda è stata raffigurata dal pittore Amico Aspertini (nella foto) nella Cappella di S. Agostino all'interno della Basilica di S. Frediano..
Citazioni Storiche
Dante cita il Volto Santo nella Divina Commedia, e più precisamente nel canto XXI dell'Inferno, nella quinta bolgia, dove gli imbroglioni, i concussori, i corrotti scontano le loro pene immersi nella pece bollente e torturati da diavoli muniti di affilati uncini. Tra i peccatori vi è un personaggio lucchese molto noto all'epoca, Martino Bottario, definito come "anziano di Santa Zita", in quanto magistrato di Lucca. Egli viene preso in giro con perfida ironia da alcuni diavoli che lo scherniscono dicendo "qui non ha luogo il Santo Volto", cioè i diavoli indicano che è inutile pregare il Volto Santo perché la dannazione che sta subendo è eterna. E subito insistono "qui si nuota altrimenti che nel Serchio", cioè ironizzano sul supplizio di nuotare nella nera pece bollente rispetto alle fresche acque del fiume Serchio che bagna Lucca...
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