Da Vedere:

Parco naturale dell'Orecchiella

Orecchiella Lamarossa Pania di Corfino - Le Riserve Naturali Statali

La storia
UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Dopo la fine della prima guerra mondiale, le condizioni sociali ed economiche dell’alto Appennino lucchese erano decisamente critiche. L’impoverimento generale causò da una parte lo spopolamento e dall’altra un pericoloso degrado del territorio. In questo periodo, il territorio subì infatti un eccessivo sfruttamento delle risorse naturali: i tagli boschivi diventarono troppo intensi e ripetuti, i pascolamenti delle greggi eccessivi e il terreno fu presto colpito da fenomeni erosivi e franosi sempre più gravi.Di fronte a questa situazione, nel 1927, l’allora Demanio forestale di Lucca presentò un progetto per la ricostituzione e la difesa del suolo che negli anni successivi portò alla individuazione dei territori che avrebbero definito le Foreste Demaniali dell’Alto Serchio.

Nel 1936 cominciarono i primi rimboschimenti e a partire dagli anni ’50 ebbe impulso il progressivo risanamento di tutta l’area. Da allora il lavoro del Corpo Forestale dello Stato è stato continuo.Il recupero del territorio dai fenomeni di dissesto idro-geologico, il miglioramento delle attività agricole e dell’ allevamento, il ripopolamento faunistico, il controllo ambientale e lo sviluppo turistico con il tempo hanno permesso la riqualificazione di questi luoghi creando quelle opportunità di lavoro necessarie alla permanenza del posto delle comunità locali. L’istituzione di tre Riserve Naturali statali, PANIA DI CORFINO (1971), LAMAROSSA (1977) e ORECCHIELLA (1980) ha inoltre rafforzato la realizzazione di una vasta area protetta conosciuta come “Parco dell’Orecchiella”, oggi compresa nell’area del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Il paesaggio
CONTRASTI E ARMONIE





La fisionomia dei luoghi è caratterizzata da un ampio altopiano, ricco di sorgenti e corsi d’acqua,dominato dal massiccio calcareo della Pania di Corfino che richiama visibilmente le vicine Alpi Apuane. Il paesaggio si presenta con un folto manto boschivo e vaste zone prative. I vari tipi di roccia, di origine sedimentaria, si sono formati milioni di anni fa in un oceano primordiale dove si accumularono immensi depositi di organismi marini. Le vette principali sono rappresentate dagli aspri rilievi della PANIA DI CORFINO (1603 m) e della RIPA (1307 m), oltre che dalle forme arrotondate del MONTE VECCHIO (1982 m) e del MONTE PRADO (2054 m) situate sul crinale appenninico. Il contrasto tra le ampie vallate e i circhi glaciali generati dagli eventi di ere fredde e i fenomeni carsici che hanno modellato gole e scavato grotte, dà luogo ad una morfologia molto articolata che racchiude una grande varietà di ambienti naturali. Tra questi, risultano particolarmente importanti
LA TORBIERA DI LAMAROSSA
con l’omonima sorgente e le sue rarità botaniche, e LA PANIA DI CORFINO, nota per la particolare vegetazione rupestre e sicuro rifugio per molte specie animali.

La vegetazione
UN TESORO DI BIODIVERSITÀ



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Il paesaggio forestale, un tempo caratterizzato da cedui degradati di faggio e sporadiche piante di abete bianco, ha subito un’intensa trasformazione, grazie anche ai rimboschimenti degli anni ’60. Si possono oggi ammirare fustaie di faggio e boschi di conifere, rappresentate quest’ultime da pino nero, pino cembro, douglasia, larice e abete rosso, abete bianco, pino silvestre, cipresso di Lawson e cedro dell’Atlante. L’Orecchiella faceva parte - in passato - della Foresta dell’Alto Serchio, zona di montagna e di praterie di quota; e di questa zona il faggio era stato eletto a simbolo per la vastità, la diffusione e la bellezza di questo tipo di bosco. Se le grandi faggete sono quindi il simbolo delle foreste dell’Alto Serchio è altrettanto vero che nell’area protetta prosperano moltissime specie vegetali. Questa specie all’Orecchiella occupa una fascia compresa tra i 1.200 metri di altitudine e il limite superiore della vegetazione arborea (1.600-1.700 metri).


Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

La vegetazione è molto varia e differenziata: dai boschi di cerro e castagno presenti alle quote più basse, si passa alle estese faggete alle quote superiori, fino alle brughiere dominate dal mirtillo ed alle praterie montane del crinale appenninico. Fino a 800 - 1.000 metri, il tipo di bosco più diffuso è il castagneto come risultato della diffusione secolare di questa coltura che in passato ha avuto un ruolo decisivo nell’economia rurale dell’Appennino settentrionale.
Le varie latifoglie si differenziano nei vari ambienti in relazione alla quota, all’esposizione e alle caratteristiche del terreno: oltre ai BOSCHI DI CERRO s’incontrano il NOCCIOLO, l’ORNIELLO, il MAGGIOCIONDOLO, il CARPINO BIANCO, l’ACERO MONTANO, la BETULLA, il SORBO MONTANO e perfino il LECCIO.


Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Assai importante per l’alimentazione dei selvatici è anche la diffusa presenza del PRUGNOLO, del GINEPRO, del CORNIOLO e del SORBO DEGLI UCCELLATORI. Da segnalare le brughiere a mirtillo e ginepro e gli endemismi come Rhamnus glaucophillus ed alcune specie di genziane.Il rododendro ferrugineo, che forma tappeti di piccoli fiori rosa, trova all’Orecchiella l’unica stazione del versante tirrenico.Di grande importanza paesaggistica e molto suggestiva, nell’omonima Riserva, la TORBIERA DI LAMAROSSA è una specie di archivio di storia naturale, con numerose sorgenti e una zona umida di notevole interesse naturalistico con diverse rarità floristiche e relitti glaciali. Tra gli arbusti non mancano la ROSA CANINA, le DAFNE e il BIANCOSPINO, oltre al ben più raro CILIEGIO CANINO. Ricca di specie preziose è anche la vegetazione erbacea con entità legate ad ambienti particolari o a limitate zone di distribuzione come ad esempio la PEONIA, il RODODENDRO ROSSO, la PRIMULA APPENNINA o il GERANIO ARGENTEO: in alcuni luoghi umidi e nella torbiera di Lamarossa si trovano inoltre la CALTA PALUSTRE, la GENZIANA PORPORINA, il BOTTON D’ORO e la GENZIANELLA STELLATA.

La fauna
ATTENTI AL LUPO…



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

La varietà di ambienti presenti su queste montagne, la tutela offerta dalle norme di protezione, la reintroduzione di alcune specie e la costante vigilanza da parte del Corpo Forestale dello Stato, rappresentano gli elementi fondamentali della rinnovata ricchezza faunistica di quest’area. Oggi, grazie all’attenta opera di gestione di un territorio tanto pregevole, gli equilibri gli animali selvatici si contano numerosi.In tutta la zona trovano ospitalità oltre 120 specie di uccelli, di cui ben 85 risultano nidificanti e tra questi è possibile osservare rapaci diurni come il gheppio, la poiana, lo sparviere o l’imponente aquila reale, mentre tra i notturni, oltre alla civetta, all’allocco e al gufo comune, compare il raro e magnifico gufo reale. È possibile vedere il falco pellegrino e il lanario o specie che poi si fermano per la riproduzione come la quaglia e il succiacapre. Altre presenze importanti sono quelle del picchio muraiolo, del sordone e del codirossone, oltre a quelle della starna e della pernice rossa.


Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Grande rilievo hanno le popolazioni di ungulati, suddivise tra cervi, caprioli, cinghiali e mufloni mentre tra i carnivori, compaiono la martora, la faina, la donnola e il tasso, la volpe e quell’eccezionale predatore che è il lupo. Tra i mammiferi sono comuni il ghiro, lo scoiattolo e il moscardino. Diffusa è la lepre e sono stabili, nelle praterie di quota, le colonie di marmotte.Se sono numerose ed estremamente diversificate le specie di insetti non mancano gli anfibi, alcuni rettili e le trote, che si riproducono nelle acque cristalline dei torrenti.Nei recinti faunistici appositamente attrezzati a scopo scientifico e per la didattica, oltre agli ungulati si possono osservare anche alcuni esemplari di orso bruno, un animale possente e di grande fascino che fino a tre secoli fa viveva ancora nelle terre di Garfagnana.

Le strutture



Foto Realized by Develup di Lorenzo Luci © 2010

Il Centro Visitatori è posto in un bell’edificio, dotato di Museo naturalistico, dove sono rappresentati il ciclo degli elementi naturali e gli habitat caratteristici del Parco, sala convegni, proiezioni e biblioteca; nei suoi pressi si trovano anche un GIARDINO DI MONTAGNA dove si possono ammirare splendide fioriture: su una superficie di circa un ettaro crescono una sessantina di specie caratterizzate da una ricca e suggestiva fioritura.All’Orto Botanico “Piana di Corfino”, nei pressi del Rifugio “Isera”, si possono invece osservare le specie più significative dell’area protetta.Sempre nelle immediate vicinanze del Centro Visitatori, si possono visitare il MUSEO DEI RAPACI, cuore degli eventi estivi organizzati dal C.F.S. e diversi RECINTI FAUNISTICI, dove si possono vedere e fotografare esemplari di cervi, mufloni, caprioli, orsi. Questi ultimi costituiscono una vera e propria attrazione, sia per la rarità di recinti che li contengano in relativa libertà, sia per il numero, che per la loro simpatia e “disponibilità” verso i visitatori.Il MUSEO DI STORIA DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO, inaugurato nel 2009, illustra alcuni salienti e significativi aspetti delle trasformazioni avvenute sulla montagna appenninica; è di fatto un ideale percorso lungo il XX secolo e gli aspetti più significativi che hanno interessato territorio e paesaggio.

I sentieri
L’intera area è già da anni una meta turistica molto conosciuta dotata di numerosi sentieri, tutti ben segnalati, per percorsi che vanno da meno di un’ora ad intere giornate, attraversando scenari estremamente spettacolari, sia per le fioriture che per i paesaggi che si incontrano.Il Centro Visitatori è il punto di informazione e di partenza di molti sentieri: ci sono quelli DIDATTICI (il sentiero dello Struscio, La Faggiola Fortunata e il Monte Orecchiella), quelli adatti a tutti come il Sentiero del Fontanone e il percorso dei Recinti Faunistici (cervi, mufloni, caprioli, orsi). Si possono scegliere percorsi più impegnativi (i tre SENTIERI AIRONE con tempi di percorrenza da 5 ore a 2 giorni).Infine i SENTIERI DELLA DOMENICA, 5 percorsi ad anello rivolti a quei visitatori che intendono camminare ma non troppo, accessibili anche a famiglie con bimbi piccoli. Nelle Riserve Naturali, oltre ad escursioni a piedi, è possibile effettuare giri in mountain bike e a cavallo o scoprirne i segreti attraverso

COME ARRIVARE
L’uscita autostradale più vicina è Lucca, sulla A11; si prosegue per Castelnuovo Garfagnana lungo la SS12 e qui si imbocca la strada provinciale verso Corfino, prendendo subito dopo la deviazione verso l’Orecchiella, fino al Centro Visite del Parco; la distanza da Lucca è di 69 Km. Per chi proviene da Nord, dallo svincolo Aulla della A15 si prosegue in direzione Fivizzano, Casola in Lunigiana, P.zza al Serchio, Caprignana.

Posto fisso Orecchiella
Loc. Orecchiella
San Romano in Garfagnana (LU)
tel. e fax 0583.619002
pf.orecchiella@corpoforestale.it
Biglietteria Centro Visitatori tel. 0583.619098
orecchiella@libero.it

Ufficio territoriale per la biodiversità
viale Giusti, 65 – 55100 Lucca
tel. 0583.955525/6 – fax 0583.953775
utb.lucca@corpoforestale.it
www.corpoforestale.it

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